Bobbio Pellice

 Il comune di Bobbio Pellice è situato in fondo all’omonima Valle. Attualmente conta circa 500 residenti, dislocati in parte in centro paese e in parte nelle numerose borgate. Il territorio comunale è particolarmente esteso, ben 94 km2 di superficie e un altrettanto notevole dislivello, che oscilla tra i 690 e i 3171 m s.l.m. Tali caratteristiche fanno di Bobbio un luogo estremamente variegato dal punto di vista paesaggistico: i castagneti, i prati cinti da antichi muretti a secco e i pascoli di bassa quota cedono via via il passo alle imponenti cime montane, meta ogni anno di numerosi escursionisti. La fauna selvatica vanta esemplari di numerose specie, tra cui stambecchi, camosci, cervi, cinghiali, rapaci e un’interessante fauna acquatica.

La prima fonte storica che testimonia l’esistenza di una comunità nell’attuale territorio di Bobbio Pellice risale al 1295: trattasi di una ricognizione dei beni feudali dei signori di Luserna verso Filippo di Savoia Acaia che riconosce il «castrum, villam et hominem Montibobium».  Alla stessa epoca risalgono le prime testimonianze della presenza in valle di numerose famiglie aderenti al movimento valdese, sorto in Francia nel XII secolo ad opera di Valdo. L’elemento valdese svolge un ruolo fondamentale nello sviluppo storico del territorio, specialmente a partire dal XVI secolo nel quale le vicende locali si intrecciano profondamente con gli eventi della Riforma. Nel 1561, con il Trattato di Cavour, vengono fissati i limiti territoriali all’interno dei quali viene concesso ai valdesi di abitare ed esercitare il culto riformato. Tuttavia, essi vengono progressivamente costretti a ritirarsi nelle montagne e sottoposti al tentativo di sostituire gli abitanti originari con coloni provenienti da altri territori soggetti al Duca, e in particolare dalla Savoia. Sono anni segnati dalle controversie religiose e dalla persecuzione dei fedeli valdesi da parte del Ducato di Savoia, eventi passati alla storia come Pasque Piemontesi. Le violenze non cessano e nel 1685 circa 3000 membri della comunità valdese riescono a riparare in Svizzera e, quattro anni dopo, guidati dal Pastore Henry Arnaud ritornano nelle valli attraverso l’avventurosa marcia sulle montagne definita Glorioso Rimpatrio. All’arrivo, in borgata Sibaud viene professato il giuramento di reciproco aiuto e di riconquista delle proprie terre e dei propri diritti: inizia così la lotta che porterà nel 1694 ad un editto di tolleranza con il quale viene garantita l’esistenza dei Valdesi nelle proprie valli. Il monumento di Sibaud, eretto nel 1889, ricorda questo importante evento.

La piena libertà civile e politica viene conquistata nel 1848, con le Regie patenti di Carlo Alberto, che pongono fine a secoli di persecuzione e violenze. In questo periodo il territorio si caratterizza per un’elevata densità di popolazione, sia nel capoluogo che nelle borgate. Si tratta principalmente di famiglie legate alla terra, che vivono di ciò che producono nel difficile ambiente montano. In questi anni si assiste ad una prima fase di emigrazione verso l’America Latina, la Francia, La Svizzera e anche gli Stati Uniti, alla ricerca di condizioni di vita migliori. Una realtà distintiva che vale la pena ricordare è rappresentata dalle scuole valdesi, progettate nell’Ottocento dal Colonnello inglese Charles Beckwith. Le strutture adibite a scuole erano luminose, con le finestre particolarmente ampie per l’epoca e ubicate in modo sparso nelle borgate. Grazie a queste scuole, l’ultima delle quali attiva fino al 1980, l’analfabetismo viene sconfitto quasi completamente.

Bobbio Pellice, trovandosi in posizione strategica al confine con la Francia, risente particolarmente delle vicende legate al secondo conflitto mondiale. I tedeschi occupano il paese, uno dei centri distintosi per la partecipazione alla Resistenza e per la scelta di numerosi concittadini di venire internati, dopo l’armistizio del 1943, come I.M.I. (Internati Militari Italiani).

Nel secondo dopoguerra si assiste ad un nuovo flusso migratorio, verso la FIAT, a Torino, oppure verso la bassa valle, in particolare Luserna San Giovanni. Sono anni in cui le borgate si spopolano in modo piuttosto netto. L’economia si regge ancora sull’agricoltura, sul turismo e sul piccolo artigianato. Le scuole di borgata vengono chiuse e i bambini si raccolgono al capoluogo dove ad oggi esiste la scuola primaria e quella dell’infanzia.

A inizio Novecento Bobbio conosce il fenomeno della villeggiatura e nascono numerose strutture rinomate che per anni accoglieranno anche un turismo di élite da Torino. Negli anni 70 e 80 i villeggianti sono a Bobbio per i 3 mesi estivi durante i quali la popolazione raddoppia o triplica (Censimento 1961: 922 abitanti), con il conseguente incremento della ricettività e dell’animazione locale.  Un turismo fortemente cambiato negli ultimi anni, con il superamento della villeggiatura verso un turismo più orientato verso le escursioni in quota.

Il vasto territorio comunale ospita 5 tra Rifugi Alpini ed Escursionistici:

il Rifugio Escursionistico “Cruello” in Localita Chiot dla Tajà è raggiungibile in automobile dal 1°aprile al 31 ottobre, oppure a piedi in circa 30 minuti dal parcheggio segnalato lungo la strada, in prossimità del bivio per la Borgata Podio;

il Rifugio Alpino “Barbara Lowrie” in Località Grange del Pis è aperto dalla tarda primavera all’autunno, è raggiungibile in automobile percorrendo la strada della Comba dei Carbonieri. Offre sia servizio di pernottamento che di ristorazione. È una delle tappe dell’itinerario “GTA”, Grande Attraversata delle Alpi; pertanto, è presente un bivacco aperto tutto l’anno. Da qui partono numerosi sentieri che conducono, tra gli altri, ai Colli Armoine, Gianna e Manzol;

il Rifugio Escursionistico “Barant” in Località Colle del Baracun è dislocato al fondo della strada militare che collega il Rifugio “Lowrie” al colle, a 2 ore circa di cammino dal posteggio auto nei pressi del rifugio   Barbara. È aperto solo durante l’estate e offre ai visitatori la possibilità di consumare un pasto e pernottare. Nelle vicinanze del Rifugio si può visitare il Giardino Botanico Alpino “Peyronel”, il più alto sito Europeo per la presenza di biodiversità e di oltre 300 specie alpine spontanee;

il Rifugio Alpino “Granero” in Località Adrech del Laus è raggiungibile solo a piedi partendo dal fondo della conca del Pra, in circa 2.5 ore;

il Rifugio Alpino “Willy Jervis” in Località Conca del Pra si trova a circa 1.5 ore di tragitto dalla Borgata Villanova. In estate è raggiungibile anche con veicoli a motore, in numero limitato, previo pagamento di un pedaggio presso la Trattoria di Villanova.  È aperto tutto l’anno e offre pasti e pernottamento.

Si segnalano inoltre i Bivacchi del Boucie, del Palavas e del Granero.

Il monumento di Sibaud è da molti considerato il simbolo di Bobbio. Situato a 15 minuti di cammino dalla piazza, è stato eretto nel 1889 in ricordo del patto di fedeltà reciproca stretto tra i soldati e gli ufficiali partecipanti al Glorioso Rimpatrio. Ancora oggi, in ricordo della libertà riconquistata nel 1848, I Valdesi festeggiano il 17 febbraio e la sera del 16 accendono Sibaud un imponente falò che raccoglie la sentita partecipazione di tutta la comunità.

Per più di 500 anni la comunità di Bobbio ha gestito il mulino situato nei pressi del paese. Attraverso i secoli le enormi macine di pietra hanno prodotto farine di cereali e castagne. Il mulino ha funzionato come attività commerciale fino al 1970. Nel 2000 e nel 2008 è stato ristrutturato per permettere le visite: al suo interno si possono trovare gli storici palmenti, il setaccio e il buratto. Il mulino è un luogo permeato di storia che narra delle persone, dell’ambiente e delle tradizioni del posto. 

La scuoletta Valdese del Podio, collocata nell’omonima Borgata, è raggiungibile a piedi in circa 45 minuti dalla piazza seguendo il Sentiero dei Valdesi. Secondo gli storici, all’interno di questo edificio sarebbe stato siglato il Patto del Podio nel 1561, con il quale le varie comunità di fede valdese si impegnavano al mutuo soccorso in caso di attacco. È stata recentemente ristrutturata e offre al suo interno alcuni arredi originali e pannelli informativi. È visitabile contattando il Centro Culturale Valdese al numero 0121 950203.  

Attraversando la Borgata Malpertus, che si trova a circa 2 km dal centro paese in direzione Villanova, scendendo a piedi di pochi metri verso il fiume Pellice, ci si imbatte nel Ponte di Napoleone. Questo straordinario manufatto risale a quasi 400 anni fa e ha resistito intatto a numerose alluvioni. Il ponte è dedicato all’Imperatore francese, che pare però non lo abbia mai attraversato. Costruito interamente in pietra, riporta al proprio imbocco un’incisione con la data di costruzione, il 1640, e persino la firma del suo “muradore”.

Nel centro del paese si trovano numerosi e interessanti edifici legati alla storia del paese. Particolarmente suggestivi risultano il campanile del Tempio Valdese e la Dogana Reale, recentemente oggetto di ristrutturazione e sede di eventi culturali.

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