L’antico mestiere del carbonaio ha caratterizzato per secoli numerose valli alpine.
Tale attività ha sfruttato i boschi di faggio e altre essenze rifornendo di combustibile famiglie, ristoranti, stirerie e artigiani della vicina pianura fino all’avvento dell’elettricità, del gas e delle altre fonti di energia dei nostri giorni.
La produzione del carbone vegetale ha costituito quindi una vera attività economica che ha integrato il magro reddito dell’agricoltura di montagna esportando verso le città sacchi di modesto ma prezioso oro nero.
Nell’ambito del Progetto “Dai Beni Faro alla valorizzazione del sistema dei beni ambientali e culturali delle Alte Valli” nel primo decennio degli anni 2000, è stata realizzata l’infrastrutturazione e la valorizzazione degli itinerari presenti su tutto il territorio delle valli pinerolesi al fine di creare una rete che attraverso percorsi escursionistici-didattici, rappresenti le diverse fasi della preparazione della Carbonaia.
Quattro sono gli itinerari oggetto di intervento: l’Ecomuseo della Carbonaia del Talucco in Val Lemina, Il sentiero delle Carbonaie in comune di Torre Pellice e il Percorso turistico didattico delle carbonaie e il Sentiero Ròche d’la Miana nel Vallone di Grandubbione in comune di Pinasca.
Ogni percorso presenta le proprie tipicità paesaggistiche e naturalistiche che il visitatore può esaminare per cogliere similitudini e differenze dei diversi siti e essere trasportato in un passato non molto lontano in cui la vita locale era incentrata sulla gestione del territorio e sullo sfruttamento delle poche ma preziose risorse che questo forniva.