"...ai piedi d'una collinetta da giardino, coronata d'una chiesetta candida, in mezzo a una benedizione di frutteti e vigneti, ...dov'è ora la chiesetta bianca, ci fu per secoli un castellaccio..." (E. De Amicis, Alle porte d'Italia)
Il Comune di Bricherasio si estende su un territorio compreso tra i 328 ed i 1161 m di altitudine che costituisce la porta d'accesso alla Val Pellice provenendo dal basso pinerolese ed è collocato sulla sinistra orografica del torrente Pellice e solcato trasversalmente dalle vallette laterali del torrente Chiamogna. I suoi circa 4600 abitanti si distribuiscono fra il capoluogo e le tre principali frazioni: Cappella Moreri, San Michele e Cappella Merli. La parte più estesa del territorio bricherasiese è collinare e perlopiù votata alla frutticoltura ed alla viticoltura (il Comune è sede del Consorzio di tutela della DOC Pinerolese), nell'area pianeggiante sono più diffusi la cerealicoltura ed il vivaismo (con la particolare eccellenza della coltivazione delle barbatelle di vite), mentre nell'area di bassa montagna i frutteti lasciano gradualmente spazio al bosco.
Due possono essere considerate le date chiave della storia bricherasiese: il 1324 ed il 1594. Il 18 luglio 1324 Filippo d'Acaia concesse al Comune di Bricherasio un'ampia carta di franchigie che costituisce simbolicamente il vero atto di fondazione del nuovo Comune, riconfermando in parte un previgente compromesso risalente al 1291. Tale carta, oltre a riordinare tutto il sistema del diritto pubblico locale, conteneva molti incentivi volti alla costruzione di un nuovo centro attorno al cosiddetto "colle di Santa Maria" (oggi nota come "collina del Castello"), che ospitava il Castello Nuovo dei signori di Bricherasio, abbandonando le anguste vallette laterali del Chiamogna e di San Michele già abitate fin dai tempi antichi e dominate dall'antico Castelvecchio. Nasceva così una "villanova", cioè un centro sorto secondo un piano urbanistico preordinato (ben riscontrabile nell'attuale pianta del centro storico), deviando il corso della strada che da Pinerolo risaliva la Val Pellice fino al confine francese, quella che sarebbe diventata l'attuale arteria principale, Via Vittorio Emanuele II. La vita della Villanova bricherasiese non fu delle più tranquille, a causa dei continui attriti fra il principe d'Acaia ed i marchesi di Saluzzo e di Monferrato. Proprio a seguito di una sconfitta contro i Savoia, alleati del Monferrato, nel 1360 gli Acaia si videro spossessati dei loro territori. Il nuovo sovrano sabaudo infeudò a Bricherasio la famiglia astigiana dei Cacherano, arricchitasi attraverso l'attività bancaria, che sarà protagonista della vita bricherasiese, insieme all'autorità comunale, nei secoli seguenti. Verso la fine del XVI secolo le mosse ardite del bellicoso Carlo Emanuele I di Savoia indussero un potente esercito francese, guidato dal generale ugonotto Francesco Bonne, duca di Lesdiguieres, a scendere nelle valli pinerolesi occupando Bricherasio nell'ottobre 1592 e facendone la nuova piazzaforte dei territori occupati oltralpe con un notevole rafforzamento del baluardo e delle opere difensive. Dopo circa due anni di schermaglie, a partire dal settembre 1594 il duca Carlo Emanuele I iniziò a radunare sotto le mura di Bricherasio oltre 15.000 uomini fra truppe piemontesi, lombarde, svizzere e spagnole, con i quali dare l'assalto alla fortezza difesa da circa 800 militari francesi. Il grande assedio di Bricherasio attirò le attenzioni delle nazioni europee, fu cantato dai poeti di corte ed immortalato dai disegnatori dell'epoca (una valida testimonianza è pervenuta proprio grazie ad un'incisione del pittore di corte dei Savoia, il fiammingo Caracca). Dopo oltre un mese di furenti combattimenti che decimarono in primis la popolazione del paese, il 23 ottobre 1594 avvenne la resa di quel che rimaneva delle truppe francesi. I vincitori si premurarono subito di procedere con la distruzione del maniero affinchè non potesse più essere usato in futuro come avamposto dell'invasore.
Luigi Cesare Bollea, autore di imponenti ricerche storiche circa Bricherasio poi sfociate nei suoi lavori del 1928 "Storia di Bricherasio" e "Cartario di Bricherasio", rilevò che il nome di Bricherasio compariva nei documenti medievali in diverse varianti (Bricarascum, Bricarasium, Bricairacum, Bricairasium) riconducibili di fatto a due denominazioni "Bricherasio" e "Bricherasco". Questa seconda accezione insieme a numerose indagini toponomastiche svolte anche in aree limitrofe portarono il Bollea a proporre un'etimologia mista ligure e celtica: in "Bricherasio" si fonderebbero le due radici celtiche "Bric" e "Ar", che significano entrambe "monte, altura, collina".
La Chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, edificata a partire dal 1602, fu costruita nel centro abitato in sostituzione della primitiva parrocchiale sita sulla collina e devastata dalle invasioni francesi di fine '500. Si presenta con una planimetria a pianta rettangolare e si sviluppa su tre navate: quella centrale con volta a botte e le due laterali con volte a crociera, di fattura ottocentesca. Degni di nota nell'apparato ornamentale, oltre all'imponente altare maggiore barocco dorato (1620-1725), sono le tre tele seicentesche; il quadro del 1886 di Lorenzo Delleani; le due settecentesche pale del presbiterio dai riferimenti iconografici francesi e nordici; il fonte battesimale del '500 riccamente scolpito e l’organo ottocentesco dei fratelli Collino. Il campanile risale al 1828-32 ed era in origine dotato di un'alta cuspide in piombo. Sula centrale Piazza Santa Maria si affacciano inoltre il pregevole palazzo seicentesco del municipio ed il monumento al Generale Filippo Brignone, eroe risorgimentale di origine bricherasiese (1812-1877), conquistatore di Spoleto, combattente a Custoza e senatore del Regno. Il monumento, inaugurato nel 1878 è opera dello scultore Giuseppe Dini. Poco distante, lungo la via omonima che collega P.za Santa Maria con P.za Castelvecchio, sorge anche la dimora che diede i natali al Generale. Percorrendo invece la centrale Via Vittorio Emanuele II in direzione Pinerolo si incontrano nell'ordine il Palazzo Ricca di Castelvecchio ed il Palazzo dei Conti Cacherano di Bricherasio. Il primo, proprietà di un'antica famiglia capace di far fortuna col commercio della lana e poi assurgere ai fasti nobiliari, edificato nel Seicento presenta sulla via su cui si affaccia un elegante scorcio di architettura barocca. Il secondo rappresentò per circa due secoli la residenza dei Conti Cacherano, già signori del paese dal 1360 al 1797. Circondato dal verde di un ampio parco (quasi 4 ettari) solcato dalle acque del canale comunale, il palazzo possiede eleganti forme barocche. Nel 1706 vi nacque Giovan Battista Cacherano di Bricherasio, comandante delle truppe piemontesi e austriache che il 21 luglio 1747 sconfissero i francesi nella battaglia del Colle dell’ Assietta. A cavallo tra ottocento e novecento anche Emanuele Cacherano di Bricherasio, fondatore della FIAT visse nel Palazzo. Del primo originario nucleo della "Villa Nova di Bricherasio" (fondata in sede attuale nel 1324) resta solamente una casa con mattoni a vista affacciata su via Molarosso, il Palazzo Roletto. Dotata di tipiche finestre con arco a sesto acuto e di un porticato, rappresenta l'ultima vestigia della Bricherasio medievale. Degna di nota è infine l'area panoramica della collina del Castello e del Belvedere. Dedicata alla Madonna della Pace, una piccola chiesetta sorge sulla spianata della collina del Castello e fu eretta nel '700 sulle pochissime rovine dell'antico maniero, in un luogo teatro di guerre e devastazioni che ebbero il loro culmine nel celebre "Assedio di Bricherasio" del 1594. La collina del Castello è collegata alla Piazza Santa Maria da una scalinata in pietra, di recente recupero, che lambisce l'area dell'antico cimitero addossato alle pendici del colle, sul retro della chiesa parrocchiale. A mezza costa sulla collina del Castello sorge la settecentesca torretta "del Belvedere", edificio a pianta pentagonale di due piani fuori terra con copertura a scandole di pietra di Luserna e zoccolo in pietra con intonaco a fasce alternate bianche e arancione. Una scala esterna conduce al balcone che prosegue lungo quattro lati, ed all'accesso del primo piano. Facilmente raggiungibile dal parcheggio auto di Via San Michele, l'area costituisce anche un punto panoramico sul centro abitato.
- ALESSIO, F. Bricherasio. Breve monografia storica, Pinerolo 1901 - BOLLEA, L. C. Assedio di Bricherasio dato da Carlo Emanuele I Duca di Savoia (18 settembre - 23 ottobre 1594), Torino 1906 - BOLLEA, L. C. Bricherasio e la casa di Savoia, Torino 1906 - BOLLEA, L. C. Storia di Bricherasio, Torino 1928 - BOLLEA, L. C. Cartario di Bricherasio, Novara 1928 - BOLLA, M. Bricherasio. Territorio, insediamenti e uomini nel Medioevo, Pinerolo 1980 - BOLLA, P. & PELLICE, G. Bricherasio dalle origini ad oggi, Bricherasio 1986 - BALBO, A. & GIAIMO, A. Un assedio dipinto. Guerra e pace a Bricherasio nel 1594, Pinerolo 1998 - BALBO, A. Bricherasio. Storia, civiltà, tradizioni. Dalle origini al 1945, Torino 2000
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