Altre attività estrattive

Altre attività estrattive

  • Oltre alle cave di pietra di Luserna, il territorio dell'Unione Montana ha conosciuto, limitatamente ad un determinato periodo storico, un certo interesse allo sfruttamento dei propri giacimenti minerari.
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  • Si possono ridurre a tre i nuclei estrattivi di una certa importanza presenti e sfruttati a più riprese, in un arco di tempo che che copre i primi cinquant'anni del '900: a Bricherasio (Terra Nera) e a Villar Pellice (Vallone degli Invincibili e Bars ‘d l'Ours). Tali siti ebbero un particolare sviluppo nel periodo fra le due guerre e nei primi anni del secondo dopoguerra, quando da un lato l'autarchia fascista, dall'altro la rinascita industriale, portarono ad intensificare la ricerca di materie prime sfruttabili.
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Anche altri luoghi videro una limitata presenza di scavi e ricerche minerarie:
  1. - la zona di collina che si estende tra Bibiana e Lusernetta è stata oggetto di diversi tentativi di sfruttamento dei piccoli giacimenti di caolino che vi si trovano;
  2. - a Luserna San Giovanni, nel cortile di una casa privata, si apre una galleria di utilizzata per ricerche di ferro;
  3. - molto importante era in passato la produzione di calce, ottenuta dall'arrostimento dei calcescisti che affiorano in molte parti del territorio di Rorà: l'attività era talmente fiorente che gli abitanti del paese erano chiamati "brusapere";
  4. - sempre a Rorà, in località Regardour anticamente si è svolta una limitata attività di estrazione del ferro: oggi rimane un toponimo (località Fucine) a ricordare la lavorazione del minerale per ottenerne attrezzi agricoli;
  5. - nei pressi della loclità Giabaudin, alle pendici del monte Castelluzzo nel Comune di Torre Pellice, si trovano due imbocchi di miniere di grafite.

  • Le miniere di grafite di Bricherasio

    Nel Comune di Bricherasio, in località Terra Nera, nei pressi del torrente Chiamogna, si trovano ancora numerosi imbocchi di gallerie dalle quali si estraeva grafite. Una miniera è ancora visibile anche presso la borgata Pons, sul territorio del Comune di Angrogna.

  • Il talco e il marmo del Vallone degli Invincibili

    Il vallone del Subiasco, altrimenti noto come il vallone degli Invincibili, è conosciuto soprattutto per le vicende legate al popolo valdese. Meno noto invece è il fatto che per un certo periodo, in una zona di fronte all’alpe Subiasco e ai piedi del monte Cournour,  si sono estratti talco e grafite.

    Presso l'imbocco della miniera di talco, largo circa due metri ed alto poco meno, si possono ancora vedere dei binari che continuano all'interno lungo una galleria rettilinea per circa 100 metri, fino ad incontrare uno slargo ed un quadrivio. E' possibile incontrare anche un vagonetto da miniera, in ottime condizioni di conservazione.

    La cava di marmo, che si trova poco a monte dell'alpe Caugis, occupava due aree adiacenti. Nei pressi sono visibili alcuni muri a secco, resti di un piccolo ricovero probabilmente usato dai cavatori. Nell'area della cava sono ancora presenti vari blocchi di marmo già squadrati e pronti per essere portati a valle, e su alcuni di essi sono scolpiti nomi e date, risalenti perlopiù agli anni successivi alla chiusura della cava ('50 e '60 del '900).

  • Le miniere di calcopirite dell'Alpe Ciabraressa - Bars ‘d l’Ours

    La zona delle miniere si trova nel bellissimo, quanto poco conosciuto, vallone della Ciabraressa, una diramazione della Comba Carbonieri, che a sua volta è una valle laterale della Val Pellice. Presso la località Bars ‘d l'Ours, sopra l’alpeggio di Ciabraressa, sul versante nord del monte Frioland nel comune di Villar Pellice, a circa 2000 metri di quota si trovavano delle miniere di calcopirite. Oggi sono visibili ancora tre gallerie, il cui imbocco è individuabile grazie alle discariche di detriti davanti agli imbocchi.

Fonte :
Testi liberamente tratti da:
- Marco Fraschia, “Su al Bars ’d l’ Ours...” - Ricordi di un minatore, in La Beidana n. 20, giugno 1994
- Federico Magri e Paolo Jannin, Antiche miniere delle Alpi Cozie, vol. 1 e 2, ed. Alzani, 2015 e 2017
Foto: Unione Montana del Pinerolese
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