La pesca ricreativa: una forma attiva di conoscenza degli ambienti acquatici

La pesca ricreativa: una forma attiva di conoscenza degli ambienti acquatici

I corsi d’acqua del nostro territorio attraversano un periodo difficile della loro storia evolutiva, tra cambiamenti climatici e sempre maggiore pressione da parte delle attività umane. Anche i pesci che abitano i torrenti risentono pesantemente di questa situazione e, di conseguenza, chi pratica la pesca ricreativa deve essere cosciente del suo ruolo e avere un atteggiamento responsabile per preservare gli ambienti acquatici.

Ovviamente bisogna evitare in modo assoluto di abbandonare rifiuti, anche quelli meno visibili come gli spezzoni di filo di nylon (molto pericolosi per gli animali selvatici). I fiumi e i torrenti sono ormai pesantemente inquinati dalle microplastiche che entrano in modo subdolo nelle catene alimentari anche dei pesci.

Bisogna informarsi con attenzione sulle leggi e i regolamenti per le attività di pesca, che hanno lo scopo di tutelare gli ecosistemi acquatici e, in particolare, le popolazioni ittiche che da millenni hanno colonizzato fiumi e torrenti del nostro territorio.

La pesca ricreativa non è un’attività predatoria, tantomeno un modo per accumulare cibo nei congelatori, ma una forma attiva e pratica di conoscenza degli ambienti fluviali. Bisogna essere ragionevoli e, quando decidiamo di conservare il pesce catturato, limitiamoci a un paio di esemplari da cucinare freschi, ricordando le ore passate lungo il fiume.

La pesca ricreativa ci può dare serenità e soddisfazione, ma queste non consistono certo nel riempire il cestino. Essere riusciti a catturare un pesce e poi rilasciarlo senza danni nel suo ambiente sono ormai diventati parte del comportamento normale di moltissimi pescatori. Una foto può essere ampiamente sufficiente a conservare il ricordo di questo incontro con i bellissimi abitanti delle nostre acque.

Sono in particolare i pesci più grossi quelli che meritano di essere tutelati (e quindi rilasciati); si tratta di riproduttori che garantiscono il continuo rinnovamento delle popolazioni ittiche e costituiscono una sorta di assicurazione per il futuro.

Sono consigliate le tecniche di pesca (soprattutto quelle con esche artificiali) che permettono di rilasciare senza danno il pesce catturato (no-kill). Per questo bisogna prendere le opportune precauzioni, come usare ami senza ardiglione (barbless), evitare di manipolare il pesce e farlo sempre con le mani bagnate, usare guadini con una rete fishfriendly, riossigenare gli esemplari catturati prima di restituirli alla corrente dei fiumi.

    Fonte :
    Testi: Associazione ATAAI
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