Il "Vallo Alpino del Littorio" trae il proprio nome dal progetto fascista di difesa dei confini lungo tutto l’arco alpino, da Ventimiglia a Trieste. Tra gli anni '30 e '40 del '900 vennero edificate una miriade di opere grandi o piccole, costituite da postazioni, centri di fuoco, caserme e ricoveri, con la peculiarità di essere disseminate su territori particolarmente impervi in alta montagna. Queste strutture, sebbene siano le più recenti, sono anche le più sconosciute o rimosse dalla memoria collettiva, forse anche per il contesto storico cui si riferiscono.
Il Vallo Alpino fu suddiviso in plurimi settori, conformemente ai centri operativi della Guardia alla Frontiera (G.a.F.). La Val Pellice era inserita nel VI Settore Pellice-Germanasca, e comprendeva uno sbarramento arretrato (Villar Pellice) e 6 capisaldi (Ferrera, Carbonieri, Villanova, Courbarant, Crosenna, Croce), ove si rinvengono tutta una serie di opere pressoché sconosciute ai più, che tuttavia forniscono esempi mirabili di architettura militare, nonché delle mete escursionistiche di tutto rispetto, che meritano d’essere valorizzate proprio in tal senso.
Partendo dalla bassa valle e risalendo verso il confine, nei due centri maggiori della Val Pellice sono presenti due grandi ex-caserme, edificate entrambe all’inizio del XX secolo: la caserma "Luigi Pettinati" di Luserna San Giovanni, in località Airali, e la caserma "Giovanni Ribet" di Torre Pellice, recuperata come sede della Croce Rossa e di altre associazioni.
A Villar Pellice si incontra l’omonimo sbarramento arretrato, costituito da quattro bunker (201, 202, 203 e 204) edificati sulle sponde del Rio Rospart, sino alla confluenza di questo con il Torrente Pellice.
Proseguendo, nella Comba dei Carbonieri si trova il caposaldo "Carbonieri", composto da tre bunker (23, 24 e 25) e dalla stazione di partenza di una teleferica. Nel centro abitato di Bobbio Pellice si possono trovare numerose caserme e strutture militari, in parte abbandonate e in parte riutilizzate. Oltrepassato il paese, si passa accanto ai tre bunker del caposaldo "Ferrera" (26, 27 e 28) ed al ricovero d’artiglieria, per giungere a Villanova, ove, poco oltre la borgata in cui si trova la Caserma Monte Granero, si rinvengono i cinque bunker (1, 2, 3, 7 e 8) dell’omonimo caposaldo.
Più avanzati ed in altura si trovano i caposaldi "Courbarant", "Crosenna" e "Croce", presso il confine con la Francia, che presentano poche strutture completate e numerose opere di cui sono stati solo iniziati gli scavi. Inoltre, in quota si possono trovare ancora numerosi ruderi di ricoveri e baraccamenti militari, posizionati in punti strategici per il controllo dei valichi tra la Val Pellice la frontiera francese.
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