Fortificazioni e strutture militari

Fortificazioni e strutture militari

  • LE FORTIFICAZIONI MEDIEVALI

    Benché il passato della Val Pellice sia oltremodo ricco e composto da svariate sfaccettature, poco rimane, oggi, dei fasti dell’epoca medievale, allorquando la signoria di Luserna era una delle più importanti del ducato sabaudo. Tuttavia, rimangono i resti di due castelli che  appartennero ai rami diversi della signoria: il castello che fu dei Bigliori, a Bobbio Pellice ed il castello che fu dei Manfredi, a Luserna. Quest’ultimo, in particolare, documentato sin dal 1096, poi divenuto il Forte di San Michele, vede ancora splendidi resti che si celano, nell’oblio delle genti che oggi popolano la valle, sulla vetta dell’altura che domina Luserna.

    Accanto alle vestigia di questi due castelli, ci giungono pochissimi resti del Castelvecchio che dominò Bricherasio, ospitando l’omonima nobile famiglia. Probabilmente la struttura del castello fu prima integrata nelle fortificazioni del Lesdiguières e quindi, rasa al suolo e distrutta con l’assedio del 1594, prima, e con la conquista da parte dei francesi del Richelieu nel 1628. 

    Infine, ci giunge, integro e perfettamente conservato, uno dei più risalenti testimoni della storia della Val Pellice: il castello di Famolasco. Questo, posto nell’omonima frazione di Bibiana, domina dal poggio collinare tutta la pianura che si staglia d’innanzi a lui, con un colpo d’occhio mirabile che dalla Val Po scende a Saluzzo per coprire tutto l’orizzonte sino alle colline torinesi ed alle montagne delle Valli Susa, Sangone e Chisone.

    È del tutto verosimile che altre fortificazioni dominassero la valle in quell’epoca e in particolare, più volte si menziona, ove oggi sorge il Forte Santa Maria di Lucerna a Torre Pellice, l’esistenza della Torre di Lucerna che diede il nome alla località. Tuttavia, di tale torre resta solo la memoria. Del pari, resta memoria di altri due castelli a Bricherasio, il Castelnuovo, poi integrato nelle fortificazioni del Lesdiguières ed andato completamente distrutto ed il Castello di Santa Caterina, nonché la menzione di quello che pare fosse un castello in località Sibaud, a Bobbio Pellice, e di un castello o palazzo fortificato a Villar Pellice.

    Per saperne di più:

  • LE FORTIFICAZIONI ALLA MODERNA

    L'epoca tra il XVI ed il XVIII secolo fu quella in cui, in Val Pellice, vennero eretti i più poderosi fortilizi, che furono protagonisti di tutti gli eventi bellici del territorio. Tuttavia, ciascuna delle strutture fortificate “alla moderna” della valle ha origini, scopi e storie diametralmente diverse tra loro.

    La più antica è il Forte di Mirabouc, in alta valle, edificato dai Duchi di Savoia per controllare il
    transito delle popolazioni valdesi tra Val Pellice e Queyras, nonché per fungere da penitenziario
    posto in luogo ameno e impervio.

    Differente fu, invece, la funzione del Forte Santa Maria di Lucerna, costruito a Torre Pellice un secolo dopo il Mirabouc, specificamente adibito al controllo delle popolazioni valdesi che abitavano la valle e destinato ad essere simbolo del potere impositivo ed esattoriale dei feudatari e dei governatori sabaudi sulla popolazione locale.

    Peculiare è, poi, la storia del Forte San Michele di Bricherasio: contrariamente alle altre, questa
    struttura fu edificata dai francesi e assediata dalle truppe dei duchi di Savoia... per ben due volte! Fu il Lesdiguières, infatti, nel 1592, a realizzare i bastioni, i rivellini ed i terrapieni, inglobando il Castelnuovo in quella che divenne una piazzaforte che seppe resistere oltre un mese all’assedio sabaudo del 1594, prima di cadere e determinare la ritirata dei francesi. Ciò si ripeterà nel 1628, con la presa della città da parte dei soldati Richelieu e la nuova edificazione delle mura, poi riconquistate dai piemontesi e definitivamente rase al suolo.

    Più complesse, anche a causa della storia ben più lunga, furono le vicende del Forte San Michele di Luserna di cui non resta più nulla, se non qualche resto dell’antico castello che del forte fu parte integrante. Il Forte San Michele fu edificato sviluppando le difese di Lucerna, già dotata di una cinta difensiva e del castrum di cui s’è parlato nel capitolo precedente. Le mura videro gli assedi dei francesi ai danni dei Luserna, gli assalti dei ducali ai danni dei francesi occupanti, le scorrerie dei valdesi per le rappresaglie delle "Pasque Piemontesi" e infine furono rase al suolo con gli assedi ed i saccheggi perpetrati nel 1690 e poi nel 1691 dai francesi del Catinat.

    Per saperne di più:

  • IL VALLO ALPINO

    Il "Vallo Alpino del Littorio" trae il proprio nome dal progetto fascista di difesa dei confini lungo tutto l’arco alpino, da Ventimiglia a Trieste. Tra gli anni '30 e '40 del '900 vennero edificate una miriade di opere grandi o piccole, costituite da postazioni, centri di fuoco, caserme e ricoveri, con la peculiarità di essere disseminate su territori particolarmente impervi in alta montagna. Queste strutture, sebbene siano le più recenti, sono anche le più sconosciute o rimosse dalla memoria collettiva, forse anche per il contesto storico cui si riferiscono.

    Il Vallo Alpino fu suddiviso in plurimi settori, conformemente ai centri operativi della Guardia alla Frontiera (G.a.F.). La Val Pellice era inserita nel VI Settore Pellice-Germanasca, e comprendeva uno sbarramento arretrato (Villar Pellice) e 6 capisaldi (Ferrera, Carbonieri, Villanova, Courbarant, Crosenna, Croce), ove si rinvengono tutta una serie di opere pressoché sconosciute ai più, che tuttavia forniscono esempi mirabili di architettura militare, nonché delle mete escursionistiche di tutto rispetto, che meritano d’essere valorizzate proprio in tal senso.

    Partendo dalla bassa valle e risalendo verso il confine, nei due centri maggiori della Val Pellice sono presenti due grandi ex-caserme, edificate entrambe all’inizio del XX secolo: la caserma "Luigi Pettinati" di Luserna San Giovanni, in località Airali, e la caserma "Giovanni Ribet" di Torre Pellice, recuperata come sede della Croce Rossa e di altre associazioni.

    A Villar Pellice si incontra l’omonimo sbarramento arretrato, costituito da quattro bunker (201, 202, 203 e 204) edificati sulle sponde del Rio Rospart, sino alla confluenza di questo con il Torrente Pellice.

    Proseguendo, nella Comba dei Carbonieri si trova il caposaldo "Carbonieri", composto da tre bunker (23, 24 e 25) e dalla stazione di partenza di una teleferica. Nel centro abitato di Bobbio Pellice si possono trovare numerose caserme e strutture militari, in parte abbandonate e in parte riutilizzate. Oltrepassato il paese, si passa accanto ai tre bunker del caposaldo "Ferrera" (26, 27 e 28) ed al  ricovero d’artiglieria, per giungere a Villanova, ove, poco oltre la borgata in cui si trova la Caserma Monte Granero, si rinvengono i cinque bunker (1, 2, 3, 7 e 8) dell’omonimo caposaldo.

    Più avanzati ed in altura si trovano i caposaldi "Courbarant", "Crosenna" e "Croce", presso il confine con la Francia, che presentano poche strutture completate e numerose opere di cui sono stati solo iniziati gli scavi. Inoltre, in quota si possono trovare ancora numerosi ruderi di ricoveri e baraccamenti militari, posizionati in punti strategici per il controllo dei valichi tra la Val Pellice la frontiera francese.

    Per saperne di più:

Fonte :
Testi e foto tratti da "Atlante delle Opere Fortificate", a cura delle associazioni culturali "Vivere le Alpi" e "La Valaddo"

Punti di interesse

Fortificazioni / Strutture militari

Scopri

Monumenti e edifici storici

Scopri

Punti panoramici

Scopri

Opportunità nel territorio

Attività e Associazioni

Questo sito utilizza cookies per offrirti un'esperienza di navigazione migliore. Continuando la navigazione nel sito autorizzi l’uso dei cookies. Maggiori informazioni.