Luoghi Valdesi

Luoghi Valdesi

  • Alta Val Pellice

    Le Strade dei Valdesi

    Sono sicuramente diversi i luoghi e le Strade che possono essere percorse nelle Valli valdesi per scoprire o approfondire alcune delle vicende legate alla Storia valdese.

    Il Glorioso rimpatrio del 1689 è oggi una degli itinerari culturali europei e in Italia si snoda dal Piccolo Moncenisio, in val Susa, per arrivare attraverso le valli del Chisone e della Germanasca fino a Torre Pellice. Il percorso può essere “scoperto” visitando il sito www.lestradedeivaldesi.com ed è completamente tracciato; sempre legato all’itinerario culturale europeo delle Strade dei valdesi vi è anche “la strada della prigionia” che racconta in val Pellice come nel 1686 circa 12.000 valdesi furono rastrellati alle Valli dalle truppe sabaude e da quelle del re di Francia Luigi XIV e rinchiuse in 14 prigioni del Piemonte prima di essere esiliati con la forza verso la Svizzera e i paesi protestanti, eventi che precedettero, e che stanno alla base del Glorioso rimpatrio che riportò i valdesi in armi alle Valli con l’intento, poi raggiunto, di riconquistarsi il diritto a esistere e a praticare la loro confessione di fede sul loro territorio benché questa fosse diversa da quella del loro sovrano.

     

    Il sentiero del Podio di Bobbio Pellice

    Il Sentiero storico del Podio permette, in meno di due ore a piedi su sentiero, oppure in bicicletta seguendo la strada comunale, di incontrare alcuni momenti della lunga storia valdese, e farlo percorrendo un’abbordabile passeggiata. L’idea è frutto di un progetto realizzato congiuntamente dal Comune di Bobbio Pellice, dalla Pro loco, dalla Fondazione Centro culturale valdese, dal Cai val Pellice, dalla Chiesa valdese e dai Luoghi storici valdesi. Si tratta di un itinerario che guida chi lo percorre alla scoperta di luoghi che furono testimoni di fatti importanti per i valdesi ma che si inserivano in dinamiche europee come le guerre di religione che attraversarono la Francia nel 1500 o gli scontri tra la Francia di Luigi XIV e le potenze protestanti europee del 1600. Fatti che costrinsero i valdesi a una strenua lotta per la propria esistenza. Il Sentiero storico del Podio è parte del percorso de Le strade degli ugonotti e dei valdesi, un itinerario culturale che racconta la storia dell’esilio e del Rimpatrio dei valdesi, e dei riformati francesi, che negli anni 80 del 1600 furono costretti a fuggire dalle Valli valdesi e dalla Francia a causa delle persecuzioni, e che furono accolti come profughi in Svizzera e nelle regioni del nord d’Europa. Nel 1689 i valdesi ritornarono alle Valli riconquistando il diritto a viverci mantenendo la propria confessione religiosa. Il percorso, completamente segnalato, parte dalla piazza del paese per giungere al tempio valdese di Bobbio e quindi percorre un tratto lungo il torrente Cruello per raggiungere la borgata Armise e quindi seguendo un sentiero sale alla borgata Podio. Da qui si giunge alla borgata Pausette scendendo poi a Sibaud e da qui seguendo la strada del Glorioso Rimpatrio si giunge nuovamente nella piazza del municipio di Bobbio Pellice.

    Località Podio: si tratta di un rilevo che consente un’ampia visione sulla valle del Pellice. Il luogo è un punto strategico che permette sia una rapida discesa sul fondovalle, sia un ventaglio di vie di fuga verso l’alto. Si trova sulla via del vallone del Cruello, che, attraverso il colle Giuliano, immette nella vicina Val Germanasca (dal Podio è possibile raggiungere anche le borgate Sarsëna e Serre Cruello, punti strategici della difesa valdese durante le guerre di religione del XVII secolo. Proprio per queste caratteristiche in questa località si tenne, il 21 gennaio 1561, un incontro di Valdesi sudditi del Ducato di Savoia e sudditi del Delfinato nel quale questi stabilirono un patto di unione tra tutti i Valdesi, indipendentemente dallo stato di appartenenza, che fu strumento fondamentale nella difesa armata contro le truppe del duca di Savoia. Soprattutto si tratta di un primo atto di Unione, una sorta di anticipazione di quelli che porteranno alla nascita del concetto di federalismo e che stanno alla base della nascita di diversi stati moderni.

    Sibaud

    La località Sibaud si trova un monumento realizzato nel 1889 in occasione de duecentenario del “Glorioso Rimpatrio dei valdesi” che ricorda un momento drammatico e parallelamente fondativo della storia valdese. Giunti alle Valli dopo un esilio di tre anni e una marcia di centinaia di chilometri partiti con l’ intenzione di riconquistarsi il diritto ad abitarvi, molti dei partecipanti alla spedizione consideravano però raggiunto lo scopo della lunga marcia la spedizione iniziava a disgregarsi. I leader della spedizione però intervennero e in assemblea chiesero un impegno unitario di tutti e il reciproco sostegno per far fronte all’offensiva franco-sabauda. Soldati e ufficiali si impegnarono in un giuramento di reciproca fedeltà e l’impresa non solo fu ripresa ma rafforzata da questo “patto reciproco”. Il patto (nel mondo inglese del tempo si usava il termine “covenant”), giuramento di unione, ispirò a fine Ottocento un inno ancora cantato nelle comunità valdesi: il “Serment de Sibaud”.

     

     

  • Val d'Angrogna

    Passeggiata Storica dal Serre, tempio valdese, a Chanforan, Oden Bertot, Guèiza ‘d la tana

    Serre: tempio valdese edificato nel 1876 nei pressi del luogo in cui si trovava un tempio del 1555, poi completamente distrutto; a fianco del tempio si trova una scuola Beckwith (scuole di quartiere del circuito scolastico valdese risalente all’Ottocento) trasformata negli Anni 80 in un “Museo delle donne valdesi”, per le visite guidate occorre rivolgersi all’ufficio Il Barba tel 0121-950203, mail il.barba@fondazionevaldese.org.

    Chanforan: in questo luogo si trova il monumento in ricordo del “Sinodo” del 1532 che in questo luogo segnò l’adesione del movimento valdese alla Riforma protestante nella sua versione svizzera. Il monumento, che fu realizzato nel 1932, ricorda anche la prima traduzione protestante della Bibbia in francese che fu decisa e finanziata dai valdesi sempre nel corso del Sinodo del 1532 e che venne realizzata dall’Olivetano.

    Odin-Bertot: in questo luogo si può visitare la scuola museo Beckwith che fu in uso fino ai primi decenni del Novecento. Si tratta di una testimonianza dell’alfabetizzazione dei valdesi già nell’Ottocento e racconta un aspetto particolare delle Valli valdesi e dell’importanza dell’istruzione per la chiesa valdese.

    Guèiza ’d la tana: si tratta di una grande grotta naturale (può contenere fino a 200 persone) dove secondo la tradizione i valdesi perseguitati si riunivano per tenere i loro culti. Il racconto leggendario ci parla di un periodo, quello medievale, in cui i valdesi praticavano la loro fede in maniera nascosta per sottrarsi alle persecuzioni riservate a chi era considerato eretico.

    Per le visite guidate ai luoghi storici e ai musei di Angrogna occorre rivolgersi all’ufficio Il Barba tel 0121-950203, mail il.barba@fondazionevaldese.org.

  • Prarostino

    Tempio valdese di Roccapiatta: “Questo edificio venerabile fu testimone di uno dei momenti più angosciosi per i valdesi nel terribile anno 1686”. In questo modo lo storico Jean Jalla comincia a raccontare gli eventi che coinvolsero il tempio di Roccapiatta nel 1686. In questo luogo infatti il 14 aprile di quell’anno, i delegati delle Valli decisero di resistere con le armi agli editti del duca di Savoia che allineandosi alle decisioni del re di Francia Luigi XIV, imponeva la conversione al cattolicesimo. La risoluzione presa il 14 aprile fu poi confermata con il giuramento del 19, Venerdì Santo, sempre a Roccapiatta.

    Dalla mattina del giorno successivo il duca Vittorio Amedeo II inviò contro i valdesi sette regimenti di fanteria, altri di cavalleria, l’artiglieria e le milizie. “Chi risalì il vallone di Roccapiatta - dice lo storico Jean Jalla - incontrò una viva resistenza da parte dei valdesi asserragliati al tempio, cosa che costò loro molte perdite e ritardò il ricongiungimento con gli altri soldati in cima alla valle. L’edificio fu naturalmente distrutto” (Jean Jalla, Les temples des vallees vaudoises, Libreria editrice bottega della carta, 1931).

Fonte :
Fondazione Centro Culturale Valdese
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